Carta

Che cos'è la carta?

La carta è un prodotto formato da un sottile strato di fibre di cellulosa intrecciate e da varie sostanze aggiuntive (collanti, coloranti, sostanze minerali); la materia prima della carta è dunque il legno ricavato dagli alberi.

La carta è facilmente infiammabile e altrettanto facilmente si umidifica, è fragile e ingiallisce all’aria.

Esistono moltissimi tipi di carta: in tutto, nel mondo, ne vengono prodotti più di 4.000, anche con differenze notevoli l’uno dall’altro. Se le differenze sono unicamente su peso e spessore si riconoscono: velina (peso 10-30 g/m3), carta (peso 30-150 g/m3 e spessore 0,05-0,3 mm), cartoncino (peso 150-400 g/m3 e spessore 0,3-0,7 mm), cartone (peso 150-400 g/m3 e spessore 0,7-2,5 mm).

Un po' di storia

Da sempre la carta è legata alla scrittura. I primi disegni in realtà vennero fatti sulle superfici delle rocce e solo in seguito si iniziò a utilizzare materiali appositi, come tavolette di rame, piombo, terracotta, legno incerato e poi tessuti come seta e lino. I primi veri antenati della carta furono il papiro, prodotto con l’utilizzo dell’omonima pianta in Egitto, e la pergamena, costituita da pelle di vitello, pecora o capra, in Europa.

L’ufficiale di corte cinese Ts’ai Lun fu il primo a descrivere la fabbricazione della carta, nel 105 d. C. a Lo-Yang. Fino ad allora, in Cina, si incideva direttamente il bambù che era, però, scomodo da maneggiare e trasportare. Secondo la “ricetta” di Ts’ai Lun, perfezionata da Tso Tsui-Yi negli stessi anni, per fare la carta si utilizzavano dei ritagli di seta mescolati con acqua e ridotti in pasta tramite battitura. Questa pasta di seta veniva poi filtrata da stuoie di bambù, ottenendo dei fogli che venivano posti ad asciugare al sole. La seta, però, era un materiale molto costoso, quindi, successivamente, la carta venne prodotta utilizzando stracci e reti e, in seguito, anche lo stesso bambù.

Per molto tempo la carta rimase solo in Cina, perché i maestri cartai cinesi erano riluttanti a diffondere il loro segreto e, anche se altri popoli l’avevano vista, non riuscivano a capire come fabbricarla.

Quando la carta arrivò in Giappone, nel 610 d.C., si iniziò ad impiegare il gelso e altre piante. Dopo aver raschiato la corteccia, le fibre ottenute venivano cotte con acqua e calce, formando una pasta che, una volta lavata e diluita, veniva introdotta in un tino. Si immergeva, quindi, una specie di straccio sul quale si depositavano le fibre. Il foglio così ottentuto veniva poi pressato, staccato e asciugato.

Lentamente l’arte della fabbricazione della carta si diffuse in India e successivamente furono i popoli arabi a introdurla in Europa, a partire dalla Spagna, venendo a conoscenza del segreto da un maestro cartaio cinese catturato in battaglia.

In Italia la fabbricazione della carta si sviluppò a partire dal XII secolo, quando fsi abbandonarono le tecniche di produzione orientali, usate fino ad allora, per nuove tecniche di invenzione italiana. I due principali centri di produzione della carta in Italia furono Amalfi e Fabriano, ma grandi cartiere furono costruite anche a Venezia, Prato e Cividale del Friuli.

Ad Amalfi la carta veniva prodotta a partire dalla raccolta di cenci e stracci di lino, cotone e canapa di colore bianco. Queste stoffe venivano ridotte in poltiglia, disciolte in acqua e trasformate in fogli tramite telai. La carta di Amalfi fu poi abolita per l’uso in documenti, perché era meno resistente della pergamena e rischiava di deteriorarsi nel tempo.

A Fabriano la fabbricazione della carta si perfezionò ulteriormente ad opera di alcuni artigiani locali che migliorarono le tecniche apprese dagli arabi. Qui venne introdotto l’uso del maglio col quale gli stracci venivano ridotti a fibra. Sempre a Fabriano venne introdotta la collatura con gelatina animale, che rallentava il deterioramento della carta, e fu scoperta la filigrana. Fra i maestri artigiani fabrianesi si ricorda Pietro Miliani che nel XIX secolo, grazie alla sua abilità, da semplice operaio divenne il fondatore di un’industria cartaria oggi ancora esistente.

Per secoli non si svilupparono altre tecnologie per la produzione della carta: questo prodotto continuava quindi a essere molto costoso.

Solo con la rivoluzione industriale e l’arrivo della macchina a vapore si sviluppò una produzione massiccia di carta partendo dalla materia prima legno e, dopo il 1800 migliorò ulteriormente con l’invenzione olandese di una macchina che produceva pasta a fibre triturate e di una macchina continua che permetteva di fabbricare fogli di lunghezza infinita.

Uno sguardo dentro la carta

La carta si può produrre partendo da molte materie prime, come il mais, le alghe, la canapa, il riso, il lino, il cotone, ma le principali restano alcuni alberi, in particolare il pino, il pioppo e il faggio.

Come avviene la produzione industriale della carta? Le piante vengono tagliate, fatte stagionare e, successivamente, triturate. A questo punto occorre estrarre la cellulosa separandola dalla lignina. La cellulosa è bianca e filamentosa, come un batuffolo di cotone: è il cotone, infatti, la sola sostanza naturale che contiene la cellulosa allo stato puro.

La cellulosa, estratta dal legno, viene poi sbiancata e addizionata con collanti, coloranti e sostanze che danno compattezza. Così trattata la cellulosa forma un impasto costituito al 99% di acqua, eliminata successivamente con il passaggio della soluzione attraverso  apposite macchine per rimuoverla. Inizia così a prendere forma un foglio grezzo che passerà attraverso dei rulli di schiacciamento. In seguito il foglio andrà essiccato.

A seconda della qualità che si vuole dare al prodotto finale, il foglio si può spianare ulteriormente, levigare, lucidare, ecc. L’ultimo passaggio è quello del taglio per ottenere il formato voluto.

Riciclo, Recupero, Riuso

La materia prima per produrre la carta riciclata è… altra carta! Per produrre carta riciclata non servono alberi, ma semplicemente carta usata.

La carta, raccolta e selezionata, che proviene dalla raccolta differenziata passa attraverso uno “spappolatore”, cioè un macchinario che trita la carta aggiungendo acqua calda. Il risultato è una poltiglia chiamata pasta di carta.

Nella carta proveniente dalla raccolta differenziata si trovano molte impurità che vanno eliminate: la pasta di carta viene quindi fatta passare prima attraverso un filtro a grossi fori e poi immessa in un depuratore che separa la pasta di cellulosa dal resto.

Uno dei problemi della carta riciclata è che contiene inchiostro che la rende scura: per sbiancarla servono delle sostanze chimiche. In genere, per migliorare le caratteristiche della carta riciclata, alla pasta di cellulosa ottenuta attraverso questo processo viene aggiunta pasta di cellulosa vergine.

A questo punto il processo diventa identico a quello per la produzione della carta vergine.

La carta può essere riciclata circa sette volte senza perdere le sue proprietà e caratteristiche.

La tabella che segue ti mostra il risparmio del riciclo, per produrre una tonnellata di carta!

Guarda il video: carta riciclata fai da te

Cosa fa ASVO

Negli undici comuni serviti da ASVO la carta e il cartone vengono raccolti porta a porta tramite l’apposito mastello giallo fornito da ASVO o, per i condomini e le attività produttive, tramite contenitore giallo. Evitare di utilizzare sacchetti in plastica per il conferimento.

Per maggiori informazioni visitare il sito: www.asvo.it

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