Che cosa sono i R.A.E.E.?
I rifiuti elettronici (ed elettrici) sono ciò che rimane delle AEE, Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, “le apparecchiature che dipendono, per un corretto funzionamento, da correnti elettriche o da campi elettromagnetici e le apparecchiature di generazione, di trasferimento e di misura di queste correnti e campi e progettate per essere usate con una tensione non superiore a 1000 volt per la corrente alternata e a 1500 volt per la corrente continua”. (D. Lgs. 49/2014)
Non necessariamente questi rifiuti sono non funzionanti, specialmente se si tratta di materiali elettronici, per i quali la tecnologia avanza a passi da gigante giorno per giorno rendendo obsoleti alcuni materiali anche con appena pochi mesi di vita!
Vengono comunemente denominati con l’acronimo RAEE (Rifiuti da apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) o con il termine e-waste, derivante dall’inglese Waste of electric and electronic equipment (WEEE).Lo stesso decreto legislativo del 2014 individua 10 grandi categorie di AEE, ciascuna delle quali comprende numerosi oggetti di uso comune:
- Grandi elettrodomestici (frigoriferi, congelatori, lavastoviglie, ecc.)
- Piccoli elettrodomestici (aspirapolvere, frullatori, asciugacapelli, ecc.)
- Apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni (calcolatrici, telefoni cellulari, computer, ecc.)
- Apparecchiature di consumo e pannelli fotovoltaici (radio, televisori, videocamere, ecc.)
- Apparecchiature di illuminazione (tubi fluorescenti e le sorgenti luminose in genere)
- Strumenti elettrici ed elettronici, ad eccezione degli utensili industriali fissi di grandi dimensioni (trapani, seghe, tosaerba, ecc.)
- Giocattoli e apparecchiature per il tempo libero e lo sport (videogiochi, consolle, ecc.)
- Dispositivi medici, ad eccezione di tutti i prodotti impiantati ed infettati (per diagnosticare, prevenire, monitorare, ecc.)
- Strumenti di monitoraggio e controllo (termostati, misuratori, ecc.)
- Distributori automatici (di bevande, di denaro ecc.)
Curiosità: RAEE E ILLUMINAZIONE
Le apparecchiature di illuminazione costituiscono la tipologia di RAEE più numerosa: circa l'80% di tutti RAEE per numero di pezzi. Si classificano in:
- Sorgenti luminose (tubi fluorescenti, lineari e non; lampade fluorescenti compatte non integrate; lampade fluorescenti compatte integrate a risparmio di energia; lampade a scarica ad alta intensità, ad alta o bassa pressione, escluse lampade a incandescenza e ad alogeni);
- Apparecchi di illuminazione (ovvero lampadari, plafoniere, ecc.).
Un po' di storia
I RAEE sono rifiuti relativamente recenti, nati con l’avvento della tecnologica o con alcune importanti scoperte. Negli anni le apparecchiature elettriche ed elettroniche di cui ci circondiamo vanno sempre più aumentando, non possiamo più farne a meno. Pensiamo anche solo a quanto sia utilizzato il cellulare!
Non è sempre stato così: in passato, quando le tecnologie erano meno comuni, si consideravano in modo separato i materiali di cui sono costituite, quasi principalmente metalli.
Curiosità: DA QUALI MATERIALI E' COMPOSTO UN TELEFONO CELLULARE? DA DOVE PROVENGONO QUESTI MATERIALI?
Anche se i telefoni cellulari sono a disposizione di un'ampia gamma di persone soltanto da poco più di un decennio, oggi non possiamo più immaginare una vita senza utilizzarli. Alla fine del 2011 nel mondo erano in uso già circa 6 miliardi di telefoni cellulari. In Slovenia e in Italia sono stimati di media più di due cellulari a testa.
La grande richiesta del mercato rispetto a questi oggetti tecnologici e il conseguente sviluppo innovativo che li sta caratterizzando contribuiscono in modo considerevole all'aumento del consumo delle risorse naturali e della produzione di rifiuti, anche pericolosi.
I telefoni cellulari sono fatti di diversi materiali: normalmente circa il 40% del telefono è fatto di plastica e il 20% di ceramica e tracce di altri elementi. Tra le leghe utilizzate troviamo il rame, l’oro, il piombo, il nichel, il berillio, lo zinco e altri metalli. I cristalli liquidi dello schermo contengono il mercurio, che è tossico. Le batterie contengono nichel, cobalto, cadmio, zinco e rame. Anche i fili sono di rame. La plastica viene usata per il pannello del circuito, per parte dell’involucro e dello schermo e del carica batterie.
Uno sguardo dentro ai R.A.E.E.
Le apparecchiature elettriche ed elettroniche contengono materiali altamente tossici. Questa tossicità viene contemplata nella Direttiva 2002/95 CE, detta anche RoHS (Restriction of Hazardous Substances Directive), sul divieto di utilizzo di materiali nocivi. I materiali contemplati nella citata direttiva sono:
- Piombo
- Mercurio
- Cadmio
- Cromo esavalente (Cromo VI)
- Etere di difenile polibromurato (PBDE)
Le concentrazioni massime di tutti questi elementi sono 0,1% (tranne il cadmio che è limitato a 0,01%) del peso di materiale omogeneo. Ciò significa che i limiti non si applicano al peso del prodotto finito, o persino a un componente, ma a tutta la singola sostanza che potrebbe essere separata meccanicamente. Per esempio la guaina isolante di un cavo elettrico che compone l’apparecchio elettronico.
Un grande passo avanti è il DM 10 giugno 2016 n. 140, previsto dall'articolo 5D.Lgs. 49/2014, di attuazione della direttiva 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), che disciplina misure generali per promuovere la cooperazione tra produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) e recuperatori di rifiuti e sostenere il mercato dei materiali riciclati.
Il DM stabilisce che i produttori devono implementare strategie per facilitare le operazioni di riuso e riciclo delle AEE, per esempio privilegiando materiali riciclabili e biodegradabili, limitando quantità e varietà dei materiali utilizzati e ottimizzandone il disassemblaggio.
Il piombo è usato nella saldatura dei componenti sui circuiti stampati e nei pannelli in vetro dei monitor (tubo a raggi catodici). Le leghe comunemente usate contengono 40% di piombo e 60% di stagno. Il piombo può causare problemi al sistema nervoso centrale e periferico, al sistema sanguigno e ai reni. Si sono riscontrati effetti negativi anche sul sistema endocrino e sullo sviluppo del cervello dei bambini. Il piombo ha, inoltre, gravi effetti anche sull'ambiente: sulle piante, sugli animali e sui microrganismi.
Il mercurio viene utilizzato in particolari termostati e lampade a scarica di mercurio. Esso è usato soprattutto nella realizzazione di sensori (di posizione), relays, interruttori (ad esempio nei circuiti stampati e nelle attrezzature per misurazioni) e lampade a elettroluminescenza. Inoltre, esso è impiegato negli strumenti medici, nella trasmissione dei dati, nelle telecomunicazioni e nella telefonia mobile. Il mercurio è usato anche nelle batterie, negli interruttori e nei circuiti stampati. Quando il mercurio inorganico si diffonde nell'acqua si trasforma in mercurio metilato nei sedimenti dei fondali. Il mercurio metilato si accumula facilmente negli organismi viventi e particolarmente, attraverso la catena alimentare, nei pesci. Il mercurio metilato causa danni permanenti al cervello.
Il cadmio si utilizza nelle batterie ricaricabili come protezione alla corrosione e usura di componenti metallici e in alcuni casi come pigmento o stabilizzante in vernici. Viene utilizzato inoltre in alcune componenti come nei resistori a chip SMD, nei rivelatori di infrarossi e nei semiconduttori. I tipi più vecchi di tubi a raggi catodici contengono cadmio. Inoltre, il cadmio è utilizzato come stabilizzatore di plastica. Anche i composti di cadmio sono classificati tossici: possono causare danni irreversibili alla salute. Il cadmio e i composti di cadmio si accumulano nel corpo umano, soprattutto nei reni, e vengono assorbiti con la respirazione e il cibo. Nell'arco di trentanni, il cadmio può facilmente accumularsi in quantità tale da provocare setticemia. Il cadmio causa vari e pericolosi effetti anche sull'ambiente.
Il cromo esavalente è un agente cancerogeno, usato in trattamenti di cromatura su componenti ferrosi e non ferrosi per evitare la corrosione e l’usura delle superfici. Il cromo VI può facilmente passare attraverso le membrane delle cellule ed essere assorbito provocando effetti dannosi alle stesse. Esso causa forti reazioni allergiche persino se assorbito in piccole concentrazioni come, ad esempio, la bronchite asmatica. Inoltre potrebbe causare gravi danni anche al DNA. I composti di cromo esavalente sono tossici anche per l’ambiente. Dall'incenerire spazzatura contenente cromo deriva la generazione di cenere inquinata anche di cromo che, fluttuando in aria, si diffonde nell'ambiente. Gli scienziati hanno, per questo, creato la convenzione secondo cui i rifiuti contenenti cromo non possono essere inceneriti.
Riciclo, Recupero, Riuso
In un triennio, dal 2013 al 2015, la raccolta dei RAEE ha registrato questi incrementi: + 7%, +24%, +37%. Sicuramente è una buona notizia considerando la pericolosità di molti dei componenti delle AEE e il fatto che i RAEE rappresentano la categoria di rifiuti in più rapido aumento a livello globale, con un tasso di crescita del 3-5% annuo, tre volte superiore ai rifiuti normali.
La crescente diffusione di apparecchi elettronici determina un sempre maggiore rischio di abbandono nell'ambiente o in discariche e termovalorizzatori (inceneritore), con conseguenze di inquinamento del suolo, dell'aria, dell'acqua e con ripercussioni sulla salute umana.
Telefonini, lettori musicali, televisioni, lettori dvd, decoder per il digitale terrestre, computer, per non parlare dei “soliti” elettrodomestici come frigoriferi e lavatrici, questi solo alcune delle tante AEE che ci circondano. E il rapido miglioramento della tecnologia ci spinge a sostituirle anche troppo frequentemente con modelli nuovi e in diversi casi più efficienti dal punto di vista energetico.
Spesso non sappiamo che farne, e accumuliamo quelli vecchi in casa, o peggio ancora li buttiamo nei cassonetti dell’indifferenziato, o addirittura li abbandoniamo per strada, senza pensare troppo alle conseguenze ambientali di questa nostra leggerezza. Non solo l’abbandono crea rischi di rilascio di sostante nocive nell'ambiente, ma impedisce il recupero di materiali come rame, ferro, acciaio, alluminio, vetro e metalli vari che possono essere riutilizzati per produrre nuovi apparecchi, evitando così l'utilizzo di nuove risorse e riducendo il nostro impatto sull'ambiente.
Eppure la normativa fornisce oggi degli strumenti molto semplici per smaltire correttamente gli apparecchi elettrici fuori uso e gli elettrodomestici più ingombranti, che possono, anzi devono, essere recuperati e opportunamente trattati per recuperare materiali utili per produrne di nuovi.
I RAEE vengono classificati in due grandi categorie, a seconda del loro uso in ambito domestico o professionale, stabilendo diversi percorsi di recupero e smaltimento:
-RAEE Domestici, utilizzati nelle case o assimilabili per uso anche se provenienti da altri ambiti;
-RAEE Professionali, provenienti da attività economiche o amministrative.
Per quanto riguarda il riciclo o recupero, la normativa individua 5 raggruppamenti di rifiuti hi-tech nei quali vengono smistati a seconda della loro tipologia e in base alle tecnologie necessarie al loro corretto trattamento:
• Raggruppamento R1 - freddo e clima (frigoriferi, condizionatori e scalda-acqua);
• Raggruppamento R2 - grandi bianchi (lavatrici, lavastoviglie, forni, piani cottura, ecc.);
• Raggruppamento R3 - tv e monitor;
• Raggruppamento R4 - piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo, apparecchi di illuminazione e altro;
• Raggruppamento R5 - sorgenti luminose.
Il trattamento dei RAEE è svolto in centri adeguatamente attrezzati, autorizzati alla gestione dei rifiuti e adeguati al "Decreto RAEE", sfruttando le migliori tecniche disponibili.
Le attività di trattamento prevedono varie fasi, indicativamente:
• messa in sicurezza o bonifica, ovvero asportazione dei componenti pericolosi;
• smontaggio dei sotto-assiemi e separazione preliminare dei materiali;
• lavorazione meccanica per il recupero dei materiali.
L'attività di reimpiego delle apparecchiature dopo un test di funzionamento è un'opzione prevista dalla normativa sui RAEE ma non esiste una normativa sulle apparecchiature reimmesse sul mercato.
Da gennaio 2008, secondo il D.Lgs. 151/05, la gestione dei RAEE è passata in mano ai produttori, ai quali compete la pianificazione e gestione di sistemi di raccolta: oggi è infatti possibile riconsegnare gratuitamente il rifiuto direttamente al rivenditore, all'atto dell'acquisto di un'apparecchiatura della medesima tipologia.
Tutte le apparecchiature elettroniche devono riportare in modo chiaro, visibile e indelebile, un'indicazione che consenta di identificare lo stesso produttore e il simbolo che indica che l'apparecchiatura deve essere oggetto di raccolta separata.
Il Decreto prevede anche l'obbligo per i produttori di aderire a un Sistema Collettivo per la gestione dei RAEE, in funzione del tipo di apparecchiatura o del tipo di mercato servito.
I principali Sistemi Collettivi operanti in Italia sono:
• Re.Media → Consorzio Trattamento e Riciclo RAEE domestici e professionali
• Ecolamp → Consorzio Recupero e Smaltimento di Apparecchiature di Illuminazione
• Ecodom → Consorzio Italiano Recupero e Riciclaggio Elettrodomestici
• Ecoped → Consorzio per il trattamento dei piccoli elettrodomestici
• Ridomus → Consorzio per il recupero e lo smaltimento di condizionatori, climatizzatori e deumidificatori ad uso domestico
• Ecolight → Consorzio per la Raccolta, il Recupero e lo Smaltimento dei RAEE domestici e professionali
Secondo la ricerca "I RAEE domestici generati in Italia", presentata da Ecodome curata da United Nations University in collaborazione con Ipsos e Politecnico di Milano, una significativa quantità di RAEE generati in Italia oggi sfugge ai Sistemi collettivi.
La ricerca ha evidenziato che ogni anno sono prodotti dagli italiani 16,3 kg/abitante di RAEE. E’ stato stimato che i Centri di Raccolta e i Distributori intercettino complessivamente 11,2 kg/abitante, ma solo il 38,3 % di questi (pari a 4,29 kg/abitante) è stato consegnato ai Sistemi Collettivi.
Infatti dalla ricerca emerge che:
-6,91 kg/abitante sono stati conferiti dai Centri di Raccolta e dai Distributori direttamente agli impianti di trattamento;
-2,3 kg/abitante sono stati smaltiti in modo non corretto dai cittadini;
-2,1 kg/abitante sembrano essere stati riutilizzati dai consumatori; di questi però solo 1,4 kg/abitante è stato effettivamente riusato, mentre 0,7kg/abitante sono stati esportati come “AEE usate”;
-0,6 kg/abitante restano abbandonati in abitazioni secondarie.
I flussi più difficili da intercettare sono quelli dei RAEE appartenenti ai Raggruppamenti R2 (lavatrici, lavastoviglie, forni, cappe, scalda-acqua) e R4 (piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo, informatica). Questi RAEE infatti sono diventati sempre più appetibili dal punto di vista economico a causa dell’aumento del valore delle materie prime seconde (metalli e plastiche) in essi contenute.
La competizione tra gli impianti di trattamento - che nel nostro Paese sono in sovrannumero rispetto al fabbisogno teorico - rischia inoltre di provocare una “gara” a intercettare quanti più RAEE possibile, riducendo il livello qualitativo del trattamento per contenerne i costi.
Per raggiungere gli obiettivi fissati dalla nuova Direttiva Europea (che si attestano tra i 12 e i 13,8 kg/abitante in base alla modalità di definizione del target di raccolta) il Sistema RAEE deve poter contare su una completa tracciabilità di tutti i flussi in cui i RAEE sono raccolti, gestiti e trattati; inoltre è indispensabile che tutti questi flussi garantiscano i medesimi standard qualitativi dal punto di vista ambientale.
“Questo studio ha evidenziato come i nuovi obiettivi fissati dall'Unione Europea saranno difficilmente raggiungibili se i singoli Stati membri non si assumeranno la responsabilità e il compito di individuare e tracciare tutti i RAEE, che oggi si disperdono in molteplici flussi, alcuni spesso illegali, rappresentando una seria minaccia ambientale oltre che una significativa perdita economica – afferma Paolo Falcioni, vice presidente di Ecodom - Ogni Paese dell’Unione Europea sarà chiamato, a partire dal 2019, a raccogliere l’85% dei RAEE che annualmente si generano nel proprio territorio o il 65% dei prodotti immessi sul mercato nei tre anni precedenti: il Sistema Raee italiano rischia di non trovarsi pronto per quella data.”
Guarda il video: dove finiscono i nostri rifiuti elettronici?
Curiosità: RICICLO DI APPARECCHIATURE DI ILLUMINAZIONE
I processi di riciclo e trattamento dei rifiuti di apparecchiature di illuminazione consentono di recuperare quantitativi considerevoli di materiali pari a circa il 90% dell'intero prodotto, pensando così a una loro successiva reintroduzione nel mercato. In particolare, si pensi al vetro: costituisce al momento il materiale con le maggiori potenzialità commerciali, potendo essere riutilizzato nel campo dell'edilizia (lane di vetro e isolanti), nel settore della vetrificazione delle piastrelle e in futuro anche nella produzione delle lampade stesse.
Curiosità: PRESENZA DI INQUINANTI
Il trattamento e il riciclo dei RAEE è fondamentale anche per la presenza in questi oggetti di componenti potenzialmente inquinanti, come ad esempio il mercurio contenuto nelle moderne lampadine. La presenza di mercurio all'interno delle sorgenti luminose varia a seconda della tipologia di lampada: le lampade fluorescenti lineari contengono fra 3 e 30 mg di mercurio, le fluorescenti compatte tra 5 e 10 mg, mentre le lampade a scarica ad alta intensità tra 20 e 50 mg di mercurio. La pericolosità di questo metallo è riconosciuta da numerosissimi studi. La raccolta differenziata dei rifiuti delle fonti luminose evita che questi siano trattati alla pari dei rifiuti solidi urbani. Si riduce così l'inquinamento derivante da emissioni di mercurio, per la salute delle persone e dell'ambiente in generale.
Curiosità: IL RECUPERO CREATIVO
Molte apparecchiature elettriche ed elettroniche possono essere recuperate, in alcune parti, in modo creativo. I cestelli della lavastoviglie diventano così degli sgabelli, i vecchi televisori dei possibili teatrini,scaffali, semplici porta-oggetti o acquari per i pesci. Sempre nell'ottica che non si butta via niente ma soprattutto, che è importante pensare a come poter recuperare un oggetto prima di gettarlo, in quella che è ormai chiamata “era dell’usa e getta”.
Cosa fa ASVO
Negli undici comuni serviti da ASVO i rifiuti da apparecchiature Elettriche ed Elettroniche possono essere smaltiti tramite diverse modalità: piccoli elettrodomestici elettrici ed elettronici possono essere portati al Centro Ecologico Mobile, il servizio itinerante di raccolta di rifiuti particolari, o presso l'Ecocentro. I rifiuti di grandi dimensioni possono essere portati all'Ecocentro, oppure possono essere ritirati a domicilio.
Per maggiori informazioni visitare il sito: www.asvo.it