Vetro

Che cos'è il vetro?

Il vetro è una sostanza poco elastica, quindi molto fragile, dura, trasparente, resistente agli agenti chimici e atmosferici, resistente al calore, buon isolante elettrico, termico e acustico, impermeabile.

È un materiale conosciuto da migliaia di anni, con una struttura molecolare caratteristica che permette il passaggio della luce. Quello che tutti conosciamo è composto essenzialmente di silice, la sostanza di cui è fatta la sabbia. Attraverso l’aggiunta di particolari sostanze è possibile produrre vetri colorati e vetri particolarmente resistenti.

Il termine vetro identifica una categoria di solidi cosiddetti amorfi. Le molecole che compongono questi solidi sono disposte senza alcun ordine, non formano cioè strutture regolari, a differenza di quanto accade nei cristalli. I vetri si formano dal rapido raffreddamento di alcuni liquidi; facendo per esempio fondere il comune zucchero e versandolo poi su una superficie fredda si ottiene un semplice esempio di ‘vetro’.

Le differenze di resistenza e di colore tra i vari vetri dipendono dalla presenza di ulteriori sostanze nella pasta vetrosa. Il vetro indicato con il nome pirex, per esempio, che resiste alle brusche variazioni di temperatura ed è usato per produrre stoviglie da cucina, è ottenuto aggiungendo boro alla pasta vetrosa.

L’aggiunta di ferro produce invece una colorazione verde, tipica dei primi vetri di cui ci è giunta traccia, per via delle impurità di ferro presenti nella sabbia utilizzata.

Un po' di storia

L’ossidiana, il vetro naturale che si forma in prossimità dei vulcani, fu usato fin dall'antichità per produrre coltelli, punte di lance e altri utensili.

Secondo un’antica leggenda alcuni mercanti fenici, tornando dall'Egitto con un grosso carico di "natrum" (salnitro, soda), si fermarono una sera sulle rive del fiume Belo, in Siria, per riposare. Per preparare la cena presero alcuni blocchi di salnitro e vi accesero sotto il fuoco che continuò a bruciare per tutta la notte. Al mattino i mercanti videro con stupore che al posto della sabbia del fiume e della soda vi era una nuova materia lucente e trasparente: il vetro.

I primi oggetti di vetro, perline, sigilli e altri piccoli oggetti, furono prodotti intorno al XVI secolo a.C. in Mesopotamia. Nel VIII secolo a.C. i siriani iniziarono a produrre i primi contenitori, ampolle per profumi e unguenti. Nei secoli successivi il vetro si diffuse nel resto del Mediterraneo.

Nel 25 d.C. i romani inventarono la tecnica della soffiatura e il vetro divenne un materiale di uso comune. Sempre durante l’impero romano comparvero le prime finestre di vetro e iniziò l’uso del vetro colorato per la decorazione degli edifici.

Nel IV secolo nacque la tecnica della foglia d’oro con la quale una foglia d’oro incisa veniva racchiusa fra due strati di vetro per produrre dei medaglioni.

Durante il medioevo, nelle regioni del Reno, della Mosa, del Rodano e della Senna, la diffusione del vetro accompagnò la coltivazione dell’uva e la produzione del vino. Nel centro Europa nacque anche il vetro “teutonico”, verdastro.

Nel XIV secolo partì, a opera dei maestri vetrai veneziani, la produzione di lenti per occhiali e alla fine del XV secolo Venezia diventò il centro vetrario più grande del mondo. A Murano è attribuita, nel XVI secolo, l’invenzione dello specchio moderno, anche se la sua diffusione arriverà solo nel Settecento.

Verso la fine del 1600 nacque in Inghilterra il vetro al piombo, molto più brillante del vetro normale, e nel XVIII secolo fu introdotto in Boemia il vetro al potassio, noto come cristallo di Boemia.

Oggi il vetro è un materiale molto usato per le costruzioni, per l’oggettistica e per l’espressione artistica.

Uno sguardo dentro al vetro

Per produrre vetro nuovo occorre fondere insieme tre tipi di materiali:

  • sabbia silicea;
  • soda (per abbassare la temperatura);
  • calce (per evitare che il vetro diventi opaco).

A queste tre sostanze se ne possono aggiungere altre per dare al vetro delle caratteristiche particolari, come composti chimici di ferro e cromo per ottenere il vetro verde, composti a base di zolfo per il vetro giallo e composti del cobalto per il vetro azzurro.

Nella prima fase di produzione vengono miscelati tutti i materiali di base e la miscela è introdotta in un forno a temperatura elevatissima (1300-1600 °C). La pasta vetrosa ottenuta viene modellata in diversi modi (colata in stampi, oppure turata o ancora soffiata); a questo punto l’oggetto ottenuto viene ancora una volta portato ad alte temperature e poi lentamente raffreddato.

Riciclo, Recupero, Riuso

Il vetro che deriva dalla raccolta differenziata, prima di essere riciclato, deve essere trattato, per eliminare le impurità, ovvero tutto ciò che non è vetro. Prima vengono tolti manualmente gli oggetti più grandi estranei al vetro, poi si passa alla cernita della ceramica, della plastica, delle pietre e della porcellana, tutti materiali che rendono più difficile il riciclo.

Si passa quindi alla frantumazione, tramite una macchina, che rompe tutti gli oggetti in piccoli pezzi. Il materiale così sbriciolato viene fatto passare sotto una calamita, per eliminare i residui metallici. Infine, i materiali leggeri come la carta o i pezzetti di legno, vengono aspirati.

Gli ultimi residui sono rappresentati dalle sostanze contenute inizialmente nel contenitore di vetro, che vengono eliminate dall'ultimo passaggio: il lavaggio. Da questo momento il vetro, chiamato rottame di vetro pronto al forno, viene fuso in una normale vetreria.

Cosa fa ASVO

Per i rifiuti in vetro rimane valida la raccolta stradale tramite i contenitori blu. I manufatti in vetro vanno conferiti sfusi, privi di tappi e coperchi.

Per maggiori informazioni visitare il sito: www.asvo.it

Scroll to top